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Sinclair, Upton Beall.

Scrittore statunitense. Iniziò a scrivere giovanissimo racconti e romanzi d'appendice che gli permisero di mantenersi agli studi. Nel 1897 si laureò alla Columbia University dove, per un breve periodo, fu anche docente e dove sviluppò la sua adesione al movimento socialista del quale divenne fervido attivista. Decise quindi di dedicarsi principalmente alla letteratura, convogliando nei primi romanzi (Re Mida, 1901; Il diario di Arthur Stirling, 1903; Manassas, 1904) un seppur ingenuo proposito di denuncia sociale. Nel 1906 pubblicò La giungla, un romanzo-inchiesta ambientato nelle industrie conserviere di Chicago che, con la sua precisa e impietosa descrizione delle condizioni di lavoro degli operai, rese il suo autore famoso negli Stati Uniti e in Europa. Con i diritti sulla vendita del romanzo S. aprì a Englewood, nel New Jersey, una comunità socialista, la Helicon Home Colony, che venne presto distrutta da un incendio. S. continuò allora la sua attività di scrittore pubblicando romanzi-denuncia di ispirazione contemporanea tra i quali si ricordano: La metropoli (1908); Re carbone (1917); I profitti della religione (1918); Petrolio (1927); Boston (1928), sul caso Sacco e Vanzetti. Dopo un periodo di più intenso impegno politico nelle file del Partito socialista, culminato nel 1934 con l'infruttuosa candidatura a governatore della California, S. pubblicò nel 1940 La fine del mondo, il primo dell'omonima serie (1940-52) di 11 romanzi - il terzo dei quali, I denti del drago (1942) gli valse il premio Pulitzer - incentrati sugli avvenimenti storici della prima metà del XX sec., con particolare attenzione all'ascesa al potere dei regimi nazista e fascista in Europa. Nelle ultime opere S. preferì dedicarsi a temi e situazioni autobiografiche: Un Gesù personale (1952); La mia vita nelle lettere (1960); L'autobiografia (1962) (Baltimora 1878 - Bound Brook, New Jersey 1968).